Ho cercato un punto da cui cominciare. Lontana da me l’idea di poter riprodurre il vero volto del Cristo.

Ma mi serviva un’immagine da poter visualizzare e dalla quale poter ispirarmi per questo racconto.

Ho cercato nell’argilla a lungo ed è apparso un volto di quella terra con uno sguardo particolare che ti fa sentire sempre accolto.

Attorno a questo sguardo ho sviluppato delle scene e le ho disegnate come trasportato in quell’epoca.

Alla fine ho ritrovato, ieri come oggi, la cinica e meccanica condanna dell’uomo contro un un altro uomo senza magari capirne le ragioni ma seguendo gli istinti e le leggi terrene.

Ho tradotto il tutto in un altorilievo in cera e plastilina. La cera in particolare è un materiale di struttura finissima che mi ha permesso di realizzare dettagli dei volti e dare più “vita” possibile alle immagini.

Infatti attraverso i volti e i corpi ho cercato la veridicità delle scene come nei ricordi di un’inconsapevole spettatore di quel tempo

Finita la modellazione delle formelle e consegnate alla fonderia sono state, attraverso i calchi, replicate ed estratte, questa volta, interamente in cera. Il ritocco delle cere, nere per semplificare la “visione” dell’immagine, è l’ultimo delicato passaggio prima della fusione in bronzo.

Vedere questo lungo lavoro durato circa 8-9 mesi di lavorazione continuativa tradotto in un materiale nobile come il bronzo, per un artista è la consapevolezza di aver creato qualcosa che resterà nel tempo.

Queste formelle, ora sulle mura di Gerusalemme, spero possano diventare non solo simbolo iconografico ma possibili momenti di riflessione.